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A scuola dalla lumaca e La pedagogia della lumaca

di G. Zavalloni

Edizione: EMI

Condivido una riflessione a voce alta con voi: Meglio lento o veloce?

In questi giorni ho ripreso in mano questi due libri e sfogliandoli mi sono chiesta: Perché non rendere questi testi se non obbligatori, almeno vivamente consigliati-consigliatissimi a educatori, insegnanti, genitori?

Zavalloni sosteneva che “dobbiamo rallentare, soffermarci nelle cose se vogliamo mantenere viva la nostra relazione con gli altri e con il mondo” ma che “per rallentare dobbiamo scegliere, togliere dal nostro zaino tante cose inutili ed imparare a comprendere cosa sia essenziale, e questo non è affatto facile nelle scuole e nella società in cui viviamo”

RALLENTARE Parola anacronistica, siamo sempre di fretta, la frase che sento di più ogni giorno è: NON HO TEMPO, svegliamo i nostri figli con frasi tipo: dai su svegliati, sbrigati, è tardi!, datti una mossa…”.

Non abbiamo tempo di SOFFERMARCI a godere di una colazione insieme, di una passeggiata per andare a scuola, già prima di entrare dentro l’edificio scolastico siamo stressati dal RITMO FRENETICO che ci impone la società.

Ma siamo proprio sicuri che velocità sia sinonimo di efficienza, eccellenza, buona qualità della vita?

Io credo che pochi di noi lo credano, ma si trovino come me nell’ingranaggio, nella schiavitù dell’orologio. Ultimamente lo paragono ad un braccialetto elettronico che mi controlla la vita, non solo per l’orario, ma per i passi, il peso, il ritmo cardiaco, anche lui si permette di vibrare sgridandomi a modo suo perché sto più di tot minuti inattiva…

Dopo aver letto questi libri ho ascoltato con orecchio diverso alcune conversazioni: “Come, fai SOLO tre allenamenti a settimana?” “lei non lavora fa SOLO la casalinga”“lei è bravissima”…e giù un elenco infinito di impegni a casa e fuori casa.

La bravura si misura dal numero di cose fatte? Dalla velocità di esecuzione? Questo un po’ mi spaventa, perché credo che ognuno debba e possa aver i propri tempi.

Mi dava fastidio anche quando al parco tra mamme eravamo chiamate a dire quanti progressi faceva nostro figlio, a 14 mesi 15 parole ed in genere camminano… se sono fuori dallo standard…mi devo preoccupare?? oppure a scuola: “il mio già legge ha imparato da solo e il tuo??”

CHE ANSIA!!!

A scuola si deve rispettare il programma ministeriale, spesso fatto da persone che a scuola non ci sono mai entrate, che si basano su intelligenze standard, su canoni di apprendimento basati su medie, solo numeri.

La scuola è fatta di bambini, tutti diversi, e sarebbe giusto che avessero la possibilità di ricevere insegnamenti ad hoc. Invece non c’è modo, le classi sono sempre numerose e c’è sempre il famoso programma da rispettare! Mi sono sempre chiesta cosa succederebbe se non fosse rispettato. Licenziano la maestra? Sarebbe un novità perché non si licenzia più nessuno neanche per cose molto più gravi!

Zavalloni nei suoi scritti, ma anche nel suo lavoro di preside ci propone modelli diversi, in cui il tempo è a servizio dell’uomo e non l’uomo schiavo del tempo, in cui la parola , l’ascolto, l’azione, diventano i protagonisti della scuola e i voti, i giudizi, sono ai margini. Ci ricorda che esistono le 7 intelligenze di Gadner: visiva/spaziale, musicale, verbale, logico/matematica, interpersonale, intrapersonale, corporea/cinestetica. E di conseguenza non ci può esistere un solo metodo efficace. “E’ vero maestro non colui che ti dice qual è la strada da percorrere, ma colui che ti apre gli occhi e ti fa vedere le tante strade sulle quali tu puoi liberamente inoltrarti” (la pedagogia della lumaca G. zavattoni p. 118)

La scuola dovrebbe essere molto più che un “nozionificio”, non dovremmo dimenticarci che lo studio delle materie deve essere funzionale allo sviluppo dell’individuo, e non solo pura conoscenza. “E’ necessario rallentare, fare di meno e farlo meglio, “lavorare sul metodo” e non sul nozionismo, sui contenuti” ( A SCUOLA DALLA LUMACA G. Zavattoni p162)

Il più grande successo, secondo me, sarebbe istruire i ragazzi alla curiosità e dargli il tempo di metabolizzare quanto imparato senza saltare da un argomento all’altro solo per questioni di tempo. Se riuscissimo a fare questo sono certa che al di fuori dell’istituzione sarebbero invogliati a approfondire da soli.

Un consiglio di lettura da fare con i bambini sulla scia di questi due must:

Nadine Brun-Cosme – Aurélie Guillerey “Arturo e le persone molto indaffarate“, pubblicato in Italia da Edizioni Clichy grazie alla traduzione di Maria Pia Secciani.

La troppa fretta fa si che la mamma dimentichi a casa Arturo … e il tempo non sarà più la priorità…

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