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#FACCIAMOCICOMPAGNIA – GIORNO 42

Buongiorno!!!

sono davvero orgogliosa di ospitare nell’angolo della poesia due giovani ragazze, Marianna e Margherita. Marianna che fa soltanto la quarta superiore è riuscita a creare un componimento che vi consiglio di ascoltare anche nel podcast, davvero una gioventù promettente, e Margherita, il cui pensiero, accompagnato dal fruscio del vento tra gli olivi è un balsamo per l’anima.

Ringrazio tutti per i contributi e spero sorridiate con me per le battute di Caccia al simbolo.

Buon divertimento e…continuiamo a farci compagnia!!!


CACCIA AL SIMBOLO

DEL PROF. RICCARDO SPINELLI

Informazioni sul quadro di ieri: Il Mangiafagioli – Annibale Carracci”

Quesito di oggi dell’opera sottostante: “raccontateci voi la scena”

rispondete numerosi….

e divertitevi con i commenti di ieri….

Laura Nardi En

Daiana Bellini

 

 


L’ANGOLO DELLA POESIA (PENSIERI SPARSI)
DI MARGHERITA VESTRI
Sono Margherita, ho superato i 30 anni l’anno scorso e sono una architetta, sono andata a informarmi e si dice proprio architetta in italiano corretto! Sono in quarantena a casa dei miei genitori dopo 3 anni che vivo da sola, stavo giusto traslocando in casa nuova e per l’appunto sono rimasta senza cucina montata! Non mi è rimasto che tornare dai miei, le persone che hanno la capacità di confondermi le idee più di chiunque altro, sarà che è la relazione karmica più vicina! Comunque auguro a tutti di poter trovare il modo e il silenzio giusto per ascoltarsi, abbiamo tutto dentro di noi, tutta la forza di cui abbiamo bisogno, tutte le risposte che cerchiamo, tutta la felicità che desideriamo, ma a volte non ce lo dimentichiamo o non ci lasciamo lo spazio per aprirci dentro di noi!

5 Aprile 2020

Sono qui che guardo le foglie dell’Ulivo che si spostano insieme ai rami a causa del vento che cambia ogni poco intensità, con sottofondo Chet Baker …

Vengo risucchiata da un’altra storia, e sento il suono dell’armonia del mondo…sogno qualcosa di bello che non è diverso dall’oggi, lascio, abbandono lo spazio della preoccupazione, dei vuoti del tempo di questo periodo, e mi tuffo con tutta la mia figura nell’amore. Il mio cuore respira…quant’è bella la vita! Non vedo l’ora di innamorarmi di nuovo, di partire per una nuova avventura, di stare su un banco e imparare a disegnare spazi per le persone..

Il mio gatto non mi lascia più, quasi sentisse che abbiamo bisogno di stare vicini, tutti gli esseri viventi, anche gli animali..

Mi stupisco nel sorridere alle cose buffe, mi rilasso a leggere finalmente un libro che volevo..posso leggere, possono guardare la televisione, posso sentire i miei amici, posso vivere… qual è il regalo più prezioso di questo? Grazie!


L’ANGOLO DELLA POESIA
DI MARIANNA MONTERSINO
TRIONFA ALL’APOCRIFO DANTESCO
DARTH VADER NELL’ ANTIPURGATORIO
“Oh tu che vai per doloroso pianto
e con tua guida vai fino alle stelle,
non disdegnar s’ io un poco teco canto
come spada persi e con lei mia pelle”
“O anima ch’un dì vedrai la luce”     5
dissi io a lui con motti e con favelle
“tuo volto seren domandar m’induce
il nome tuo e come concedette
poi che mai ti vidi né io né il duce
Amor, che nostri debiti rimette,     10
grazia di mutar i tuoi anni bui.”
“Dirti ch’io sona me Lassù’ permette:
Stirpe del ciel, camminator, io fui(1)
quel che -infausto dí -passò al lato oscuro,
ma in ora estrema e per merto altrui   15
lo figlio mio(2)permisemi l’abiuro.
Portommi al lato chiaro della Forza
che or vedi di salir mi fa sicuro,
quel di’ luce divenne la mia scorza
l’imperador del mal(3)gittai in fossa   20
lui cadde giù, io su, fu giocoforza”.
Quando tacque, fu un brivido alle ossa.
Fin che il duca mi disse assai cortese
“pur chiedi, s’altro vuoi da la sua possa”
“O Almache degna sei di alte ascese”     25
io dissitrattenendo lo disio
“Poi che nomasti le faville accese
col nom di Forza -così intesi io-
Dimmi t’en priego quale sia l’essenzae
in quale giorno al mal dicesti addio”.    30
Come un bimbo in tubo che pendenza
guaio gitta con voce di fantasma,
tal voce con metallica presenza
mi colpisce che par un bronchio in asma:
dalle labbia par persa in la spelonca.       35
“La Forza ti circonda e tutto plasma,
il cosmo tiene unito e mai non tronca.
linfa viva, penetra ogni cosa,
tutto fa chiaro, il Mal invece stronca
a men che uom cui lato oscuro sposa     40
scelga lei e al buio si protenda.
Obi-Wan la mia guida senza posa(4)
troppo in fretta e senza fare ammenda
ritenne ‘nvan ch’io cavalier già fossi,
Jedi degno di singolar leggenda.         45
All’altra tua dimanda mi commossi
pur se in parte poc’anzi già risposi;
quando vidi morir tra i percossi

il figlio mio tra lampi dolorosi

diedi la vita al fin ch’egli vivesse.       50
Così Il Creator dei raggi luminosi
per mondar le colpe mie un dí’ commesse
a Cato diede mia anima tardiva
e queste ed io insieme siamo messe.
Poi fu silenzio e più non proferiva.     55
NOTE
(1)Il nome di Darth Vader prima di passare al lato oscuro era Anakin Skywalker, che dall’ inglese significa letteralmente “Camminatore del cielo”.
(2)Luke Skywalker, figlio di Anakin Skywalker e Padmé Amidala, sovrana di Naboo.
(3)L’imperatore Palpatine, inizialmente senatore carismatico di Naboo, con l’inganno e la manipolazioneriesce a diventare Cancelliere Supremo della Repubblicadurante le guerre dei cloni. Dopo essersi rivelatocome oscuro signore dei Sith, arriva a portare in atto l’annientamento dell’Ordine dei cavalieri Jedie si autoproclama Imperatore dell’Impero Galattico.
(4)Obi -Wan Kenobi era stato il maestro Jedi di AnakinSkywalker
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1 Response
  • Antonio Libonati
    Maggio 4, 2020

    Opera molto interessante e di grande valenza storica. Un Pontefice, artefice del Concilio di Trento del 1545, pone finalmente la pace tra due potenze dell’epoca ed il grande artista bellunese, ma che ha lavorato moltissimo a Firenze, Roma e Venezia, rappresenta questo evento con una bellissima stretta di mano tra un re ed un imperatore. A ben guardare l’opera, si intuisce che seguita anche un abbraccio. Il cognome di questo notissimo artista, vissuto a cavallo tra il 600 ed il 700, ricorda due animaletti non facili da prendere per una loro comune carattetistica, uno di terra non comunemente commestibile e uno di mare, davvero delizioso.

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