Buongiorno!!!oggi giornata internazionale grazie alle parole inglesi di Gioia Gamerra, le curiosità sulla birra di Gianluca Pantani, l’interessantissima recenzione di Federico Ricci (che mi sta rovinando perchè ogni settimana scarico il libro che consiglia) e infine la mia lettura del quarto capitolo dei Promessi Sposi nella riduzione di Piumini per i Classicini.
Non abbandonatreci perchè grandi cose bollono in pentola…
Ringrazio tutti.
Buon divertimento e…continuiamo a farci compagnia!!!
CACCIA AL SIMBOLO
DEL PROF. RICCARDO SPINELLI
Informazioni sul quadro di ieri: “Compianto sul Cristo morto – Niccolò Dell’Arca”
Quesito di oggi dell’opera sottostante: “raccontateci voi la scena”
rispondete numerosi….
e divertitevi con i commenti di ieri….
“Birra, e sai cosa bevi” – [Renzo Arbore, 1980]
La birra, la birra, la birra… si, ma come è fatta?
Si parte con un cereale, quello più usato è l’orzo, che viene messo in acqua a circa 15 gradi per qualche giorno per facilitare la germinazione. Quando spunta la radichetta l’orzo viene detto maltato. A questo punto viene essiccato per arrestare la germinazione. Vari gradi di essiccatura o addirittura di tostatura danno luogo a malti chiari, rossi o scuri. L’orzo maltato viene poi macinato e miscelato con acqua a temperatura di circa 65 gradi: si crea così il mosto, un liquido molto dolce.
La fase successiva è la cottura dal mosto che viene fatto bollire per circa due ore. Durante la cottura poi viene effettuata un’altra importante operazione: l’aggiunta del luppolo che serve a dare la componente amara del gusto ed ha anche una naturale azione conservante.
Il mosto viene poi raffreddato e portato a temperature adatte alla fermentazione che dura in genere un paio di settimane. Nella fermentazione il protagonista assoluto è il lievito, che trasforma gli zuccheri presenti nel mosto in alcol e anidride carbonica e produce anche sostanze aromatiche. Esistono principalmente due tipologie di lieviti: il Saccharomyces Carlsbergensis, lievito per le birre a bassa fermentazione, che opera fra i 5 e gli 8 gradi, e il lievito propulsore dell’alta fermentazione, il Saccharomyces Cerevisiae, che lavora invece fra i 16 e i 23 gradi. Normalmente uno pensa “ma che me ne importa della bassa e alta fermentazione?” e invece è la prima distinzione tra birre, come vino rosso e vino bianco.
Terminata la fermentazione la birra è sostanzialmente fatta. Possono poi seguire dei periodi più o meno lunghi di maturazione.
Prosit.
La parola di oggi è “insight”: più facile a dirsi, che a spiegarsi. È un termine di cui è molto più semplice avere, appunto, una certa ‘insight’, che fornirne una traduzione o definizione in italiano, se non con un noioso e poco efficace giro di parole. Indica la capacità di vedere senza sforzo, in modo intuitivo e allo stesso tempo completo, dentro qualcosa o dentro di sé. È una comprensione approfondita, ma anche una percezione immediata, il fulgore di un’idea calzante, ma anche l’andare a fondo di una conoscenza spontaneamente e naturalmente critica. Ha a che fare con la sensibilità che ci fa vedere dentro alcuni campi del sapere o della realtà, compreso il campo più difficile, quello che riguarda noi stess*.
Massimo Carlotto ne “La signora del martedì” ci presenta un romanzo corale, un noir atipico senza buoni né cattivi, in cui nessuno è chi dice di essere: tutti hanno qualcosa da nascondere senza aver fatto mai niente di male.
Il signor Alfredo è il proprietario della scalcinata pensione “Lisbona”, è un attempato ed eccentrico travestito, sempre elegante e curato in abiti femminili, si traveste da uomo per uscire di casa ed affrontare il mondo esterno. Bonamente Fanzago è l’ospite fisso, abita da sempre alla pensione Lisbona ed è accudito dal signor Alfredo come se fosse un figlio. Bonamente è un attore porno ormai in dismissione per sopraggiunti limiti di età, ha alcuni acciacchi fisici ma è ancora inebriato dalla possibilità di un amore. Infine c’è lei, la misteriosa signora che si presenta immancabilmente alla pensione ogni martedì dalle 15 alle 16 per godere di un po’ di relax col pornodivo.
Il delitto, perché è un noir e ci deve essere prima o poi un delitto, è commesso quasi per caso, incidentalmente, eppure sconvolgerà le vite che, quasi galleggiando, vivono i nostri protagonisti.
Il romanzo scorre bene, veloce, tra continui ribaltamenti di prospettiva, pause e imprevedibili accelerazioni.
Si riflette sulla durezza delle condizioni di vite vissute senza compromessi, in libertà ma ai margini di ciò che è, e non dovrebbe essere, il socialmente accettabile. Con una giustizia che sa essere persecutoria e sommamente ingiusta e con la gogna continua dovuta ad un sistema dell’informazione ingordo e morboso, incapace di dimenticare e di lasciare andare.
E invece c’è bisogno di lasciare andare, di lasciarsi andare, di incontrare e riconoscere la tenerezza e l’umanità dove non si credeva possibile. La sorpresa sarà più grande e luminosa, capace di curare le piccole e grandi ferite che ci portiamo dentro
Antonio Libonati
Maggio 6, 2020Interessante artista d’oltre oceano che ha sperimentato varie tecniche e ispirato dall’arte giapponese e greca classica. Fu tra le principali figure del cosiddetto ‘tonalismo americano’ di fine Ottocento.