Buongiorno!!!
Oggi ci sgranchiamo un pò grazie agli esercizi di basket della coach Barelli, oppure ci rilassiamo leggendo una stoia scritta da Alessandra Peccarisi Dellanna?Io in ogni caso ho fatto un dolce al caffè che è semplice, veloce e buono..
Buon divertimento e…continuiamo a farci compagnia!!!
CACCIA AL SIMBOLO
DEL PROF. RICCARDO SPINELLI
Informazioni sul quadro di ieri: “Ritrovamento di Mosé – Orazio Gentileschi”
Quesito di oggi dell’opera sottostante: “Raccontateci voi la scena”
rispondete numerosi….
e divertitevi con i commenti di ieri….
- 300gr farina
- 3 uova
- 220 gr zucchero
- 120 ml olio di semi
- 100 ml latte (da non mettere se si raddoppia la dose di caffè come ho fatto io)
- 16 gr lievito
- 100 ml di caffè (io ne ho messo almeno il doppio)
Si mescolano le uova con lo zucchero, aggiungendo olio, latte, farina, lievito e caffè.
dopo averlo mescolato bene si versa in una pirofila (ideale diametro 24 ) . Io aggiunto a questo punto la seconda dose di caffè che conferisce il colore variegato al dolce.
Mettere in forno a 180 gr per circa 50 min
buon appetito..piatto pulito!!!
LEZIONE DI BASKET:
DELLA COACH LAURA BARELLI
RESPONSABILE TECNICA IN SOCIALOSA BASKET MILANO (WWW.SOCIALOSABASKET.IT)
RESPONSABILE TECNICA IN MB501 (WWW.MB501.IT)
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La Torre di Leverano e la Leggenda dello zangune gigante.
In questi giorni, in cui con frenesia sono alla ricerca di notizie da condividere con voi #salentovaghi, mi è giunta all’orecchio questa storia ambientata in quel di Leverano, sotto la splendida torre voluta da Federico II. Ve la racconto; a voi giudicarne la veridicità.
Si racconta che, in un tempo lontano, dimenticato dai più, la terrazza superiore della torre federiciana, spazzata dal Carnasein e bagnata dalle piogge invernali, fosse diventata un vero e proprio selvaggio giardino pensile. Spiccava per dimensioni una grossa e succulenta pianta di zangune (Tarassaco), che scatenò il desiderio in tutta la popolazione del paese, generando contrasti, accendendo litigi e discussioni su chi dovesse entrarne in possesso.
Il sindaco, uomo di salomonico ingegno, per riportare la tranquillità nel paese, decise di offrire la pianta al suo asino, trasportandolo con un complicato marchingegno fatto di carrucole e gru, sul tetto della torre. La popolazione fu radunata per l’evento, che finalmente avrebbe liberato Leverano dallo zangune della discordia e reso più contento l’asino del sindaco. Il povero animale, giunto in cima alla torre, dopo molte peripezie della popolazione alla presa col marchingegno, poveretto, non resse all’emozione e morì accanto allo zangune. Il sindaco era inconsolabile e lamentandosi della perdita del suo caro amico “lu ciucciu miu”, decretò tre giorni di lutto cittadino e la bandiera a mezz’asta sulla facciata del palazzo del governo, il giorno dei funerali solenni dell’asino, per scolpire a lungo, nella memoria degli abitanti, il sacrificio dellu ciucciu a causa della loro imbecillità.
Chi mi ha raccontato la storia, è convinto che sia strettamente legata alla canzone “CIUCCIU BELLU”; canzone che condividiamo con la tradizione calabrese; ma a ben guardare, in tempi remoti si era più che vicini di casa.
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Antonio Libonati
Maggio 15, 2020Splendido particolare di un affresco dal titolo di un metallo prezioso ma non troppo. L’affresco è a Palazzo Pitti in una sala dal nome curioso. L’autore, grande interprete del Barocco, nacque a Cortona. Il ciclo di affreschi, venne commissionato all’artista da Ferdinando II nel 1637 e fu ispirato da “Le Metamorfosi” di Ovidio.
Questo episodio, il penultimo di quattro “Età”, rappresenta un periodo meno buono del successivo ma ancora favorevole.