Complice una giornata nuvolosa, oggi siamo andati al sito Archeologico di Cosa, vicino ad Ansedonia, un posto di una bellezza mozzafiato. Il silenzio viene interrotto soltanto dal frinire delle cicale vicino all’ingresso e dallo sciabordio del mare nella parte più alta dove si trovano i resti del Tempio che domina la laguna di Orbetello e offre una visuale che abbraccia buona parte dell’Argentario e che ripaga la fatica affrontata per arrivare sulla cima.
I resti si trovano in un’oliveta secolare, gli olivi trasudano storia, storie ed è bello sedersi appoggiando la testa sui tronchi nodosi nella speranza di sentirli narrare.
Il Museo è molto piccolo, una vera chicca, e le persone che ci lavorano, sono molto di più che impiegati, sono custodi, nel pieno senso della parola, custodiscono dei reperti che attraverso le loro voci riprendono vita. Oggi il signor Paolo, ha fatto rivivere il corpo di un uomo i cui resti sono stati trovati in una cisterna della casa denominata “casa dello scheletro”: l’uomo aveva preso una scala per entrare nella cisterna e pulirla, un improvviso incendio aveva dato fuoco alla scala lasciandolo prigioniero all’interno della cisterna che è diventata la sua tomba. Guardando l’immagine ricostruita dell’uomo e le foto della cisterna, ho risentito le sue grida, ho immaginato le sue urla disperate, l’indebolimento quotidiano, la disperazione, il senso d’impotenza e di ingiustizia, le sue lacrime…
Ho desiderato cambiare il suo destino, il destino di chi è diventato famoso per un evento così tragico.
Accanto a lui, in un’altra teca , i resti di una giovane ragazza, di circa 19 anni che grazie ai recenti studi sul suo corpo si è rivelata celiaca… Incredibile una donna etrusca celiaca davanti ai miei occhi…
Consiglio a tutti di visitare questo sito e questo museo e di ascoltare le voci trasportate dal vento. Chissà cosa racconteranno a voi…
Cristina
Agosto 29, 2020👏👏👏