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Non si finisce mai…

Stamattina mi sono svegliata con il cuore in gola, con l’emozione da esame, come da pischella.  Quando ero all’università avevo tutti i miei rituali, tra i quali tener nascosto ai miei (che però lo sapevano benissimo) la data dell’esame e anche l’argomento, lo facevo per scaramanzia…

Adesso non è più possibile, se io decido di sostenere un esame devo:

  • Avvisare marito (per coordinare impegni quotidiani)
  • Avvisare genitori (se non rispondo al telefono o non chiamo NON è SUCCESSO NIENTE)
  • Prendere ferie, (quindi avvisare il capo)
  • Organizzarmi per le varie attività del figlio (quindi avvisare l’allenatore)
  • Avvisare amiche varie (per chiedere di mandare energie positive, oppure per disdire camminate o  aperitivi perchè la sera prima per essere sobria)

Quindi addio rituali scaramantici e privacy. La mia ansia da prestazione non aiuta la mia lucidità mentale per cui potrò incolpare quella in caso di esito negativo, ma mi sento di dire che ho vissuto questa esperienza in maniera positiva perchè mi è sembrato tutto assurdo e surreale.

Andare a piedi da casa mia alla Fortezza (che per chi non è di Firenze, è un percorso breve ma non brevissimo) mi ha fatto calare la tensione. Eravamo tantissimi, e mi sono chiesta quali sono i loro sogni?  Cosa fa muovere non meno di mille persone per una prova pre selettiva ( solo per tentarla si spendono 100 euro, non era meglio una bella cena?)alla quale seguiranno una prova scritta e una orale e poi un corso pesantissimo da 2500 euro? E’ davvero un desiderio così grande e condiviso fare l’insegnante di sostegno?

Naturalmente pioveva ed io ero senza ombrello, nessuno lo ha condiviso causa covid, la protezione civile ci faceva saltellare da un pallino distanziatore all’altro, mascherine su, solo chirurgiche mi raccomando…

Mi è sembrato tutto  paradossale e anche un pò ridicolo ma nel contempo tanto divertente: Quando mi hanno tolto la borraccia perchè non era trasparente(avrei potuto nascondere bigliettini all’interno) fatto appoggiare la merendina (si ho portato la merendina come a scuola, e non ero la sola), mi è sembrato di essere nel Truman Show. Ma davvero c’è gente che mette bigliettini in una borraccia con l’unicorno? Solo a pensarlo mi scappa da ridere!

120 minuti . 60 domande. Quelle pagine del libro che non ricordi, quelle cose che sai e che sono avvolte dalla nebbia, quelle cose che non sai e che butti li, tanto per non lasciare la casella vuota.

E finalmente fuori, la ragazza al guardaroba che ha meno della metà dei tuoi anni e che ti sorride ed incoraggia,le nuvole che sembrano meno minacciose e la consapevolezza che si può sempre fare, provare.

Aveva ragione la mia bis nonna Maria Luisa Moneti, chea 95anni diceva: “Mi dispiacerebbe morire ora, perchè ho ancora tante cose da fare, da provare”. Anche questa è fatta. Posso fare la spunta tra le tante esperienze…

 

 

 

 

 

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3 Responses
  • Marco
    Ottobre 2, 2020

    Come sempre eccezionale. Hai fatto bene a provare…comunque è assurdo la logica delle preselezioni con tutti gli insegnanti che mancano e poi per entrare ci vuole sempre un concorso..alla fine ci troviamo insegnanti di 50 anni a scuola…già stanchi per tutto quello che hanno fatto per arrivare in quello che sembrava essere il loro sogno…mah

    • Monia Tucci
      Ottobre 2, 2020

      sei di parte ma tiringrazio

  • Elisabetta
    Ottobre 3, 2020

    Grande Monia! Ho vissuto questa esperienza insieme a te!

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