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La macchinetta da caffè

Questo omone è zio Carlino, il fratello di mia nonna, chiamato con questo diminuitivo per distinguerlo da suo zio che portava lo stesso nome. In questi giorni, sono tornata di nuovo a sistemare la sua casa, che un giorno diventerà il mio studio da pedagogista, e che per me è tremendamente difficile “smembrare”.

E’ sempre stato un tipo bizzarro, sarà perchè era rimasto orfano molto presto ed essendo il più grande tra i tre fratelli, quello più consapevole e forse meno capito e consolato, sarà perchè è rimasto “signorino”, sarà per le sue lotte operaie, di fatto è sempre stato considerato un tipo strano: lui non è mai sceso a compromessi è sempre stato “testone” nell’accezione di testardo, di persona incapace di accettare la visione dell’altro, però con un cuore grande, enorme e con un modo tutto suo di dimostrare affetto.

Trascorreva tutte le estati con noi in Maremma, in un magazzino che lui aveva sapientemente trasformato in quello che oggi si chiamerebbe “mini appartamento open space”, cucinava in maniera strepitosa e  sulla sua tavola non mancava mai un fiasco di vino,  era terribilmente disordinato e rideva in maniera gutturale muovendo le spalle come Muttley,il cane del cartone animato “la corsa più pazza del mondo”.

Era stato un appassionato ed ingegnoso falegname e anche quando è andato in pensione ha continuato sempre ad aggeggiare, sistemare, costruire. Ieri mi sono fatta coraggio e ho iniziato a fare scatoloni per portare i suoi vestiti alla caritas (da uomo sono molto richiesti). Ho iniziato ad aprire cassetti, cosa che non avevo fatto in precedenza, trincerandomi dietro mille scuse e  in un mobile ho trovato la caffettiera in foto, che lo rappresenta in pieno, con il manico fatto da lui  (era anche molto parsimonioso) in legno.

Ho preso la macchinetta, ma non l’ho chiusa in una scatola per darla via, anche perchè non sarebbe stata capita e apprezzata e forse confusa con un oggetto di scarto da buttare immediatamente. L’ho lavata, non riuscendo comunque a togliere i segni del tempo, ho fatto il caffè, orribile perchè dopo dieci anni di inattività e il tocco della peggior “caffeista” del mondo non poteva essere altrimenti, ma …è stato molto bello pensare di essere di nuovo, in qualche modo, in sua compagnia.

Grazie Zio, grazie di quello sguardo che mi hai dedicato da quando sono nata e che solo adesso riesco ad apprezzare fino in fondo.

 

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