Io mi sento storta. Storta come quei rami ribelli che per cercare il sole fanno evoluzioni, si attorcigliano, assumono forme strane e scomode però arrivano alla luce.
Il nuovo anno è appena iniziato, ma non sembra molto diverso dal vecchio, stessi falsi propositi e sorrisi, auguri sui profili istagram e facebook, poche telefonate, pochi contatti veri, pochi incontri.
I morti per covid, o con covid, sono molti di più di quelli contati dal servizio nazionale. Sono tutte le persone che continuano a sopravvivere ma che sono morte dentro, sono persone che si spengono giorno dopo giorno uccise dalla paura, diventate diffidenti, distaccate, disumane.
Ognuno si rinchiude nel proprio piccolo orto, sia fisicamente che mentalmente, ognuno preso dal proprio egoismo, dalla propria convinzione, sempre più ripiegato in se stesso.
Ognuno crede di possedere la verità e per questo giudica e sentenzia, ma è la paura che accomuna tutti, la paura che vince su tutto e tutti. Dovremmo fare di quella il nostro punto in comune e ripartire da li, invece, riesce a dividerci e disumanizzarci giorno dopo giorno.
Vince solo lei; in questa situazione in cui diventa normale impedire a persone sane di salire su un autobus o lavorare soltanto perchè non in possesso di un foglio che attesti un azione sanitaria, sulla carta volontaria nella realtà mascheratamente obbligatoria.
In questo momento mi sento risucchiata in un vortice di emozioni contrastanti, da un lato incredulità, stupore, speranza, dall’altro paura, disillusione, delusione.
Sperando di uscirne presto senza perdere troppi pezzi in quella corrente troppo veloce, continuo a rispettare me stessa, anche se talvolta preferirei non essere me.
Ma non si può scegliere, come insegna la filosofia buddista: ” Un ciliegio è un ciliegio; un pesco è un pesco. Non dobbiamo essere tutti ciliegi; così come ogni albero fiorisce secondo le proprie uniche caratteristiche, anche noi dovremmo vivere nel modo che più ci si confà.” E io sono così: un ciliegio in un campo di peschi.
Laura
Gennaio 2, 2022Sono parole semicircolare che vanno diritto verso il centro della questione che dovremmo concludere con la necessità di recuperare la nostra UMANITÀ e veramente la nostra DIVERSITÀ
Monia Tucci
Gennaio 2, 2022Verissimo
Debora Cilio
Gennaio 2, 2022Purtroppo nella realtà che siamo costretti a subire, il potere è onnipresente, viene da ogni dove e si moltiplica in innumerevoli forme. Anche i rapporti sociali, ormai, sono un rapporto di potere. È necessario riflettere sulla relazione che c’è tra sapere e potere. La consapevolezza può disintegrare il potere, grazie all’uso indistinto della riflessione, della tolleranza del profondo senso del bene comune e del giocare con l’arte di “capire come capire” senza arroganza. È necessario parlarne il più possibile e sottolineare sempre che siamo tutti membri onorabili della stessa famiglia : quella umana. I pericoli adesso sono tanti e ogni giorno è peggiore del giorno prima. La natura e la storia dell’umanità ci hanno mostrato, sin dagli albori, che è tutto ciclico, quindi questo particolare momento storico potrebbe essere l’ora più fredda della notte, che precede l’alba. Ora, purtroppo, stiamo vivendo il freddo. È innegabile che questo “freddo” è costellato da piccole luci, che siamo noi!
Monia Tucci
Gennaio 2, 2022Grazie per queste bellissime parole