Scrivere è una terapia.
Scrivere è un viaggio.
Scrivere è vita.
Scrivere è dedicare tempo a scoprire, sé stessi,gli altri, il mondo, quello che c’è, quello che non c’è, ciò che si vorrebbe.
Leggere è mettersi in ascolto pronti a conoscere, a viaggiare, a guardare con gli occhi di un altro la realtà che ci circonda e quella da cui siamo composti.
Sono appena riemersa da due ore in cui ho letto, riletto e vissuto le poesie di Vieri Boschi, che mi ha presa per mano e condotta nel suo viaggio più intimo e personale, quello alla scoperta di sè stesso, che mi è servito per dare un nome ed un’immagine a sensazioni anche mie.
Vieri è un ventenne con la saggezza di un vecchio, chi attraversa il dolore, chi non lo rifugge ma lo accoglie e lo vive, come ha fatto lui, acquisisce la capacità di ascoltare i silenzi, di percepire il non detto, di vedere oltre al visibile.
SOTTOVOCE
“Il silenzio è l’urlo più sincero dell’uomo,
straziato e solitario
come un pianto al buio
fragile e sottile
come una farfalla nella tempesta.
Catapultati in una società in cui i silenzi creano disagio,
si prediligono parole al vento
pur di non arrossire in volto,
preferiamo la monocromia dei discorsi
a una lussuosa quiete.
Un giorno quando troveremo qualcuno
disposto a condividere il silenzio,
ci accorgeremo che se vuoi capire l’uomo
devi ascoltare ciò che non dice,
ciò che non può rivelare,
là giace la realtà.
Il silenzio non è di chi si accontenta,
bensì è la culla delle emozioni più profonde,
è la connessione con l’esterno che trasmette stati d’animo
che nessuna parola saprebbe spiegare meglio.
Quelli come noi non li vedrai mai
gioire focosamente
o stramazzare al suolo piangendo,
li troverai sempre all’angolo in silenzio,
dietro una maschera d’apparenza
e occhi profondamente vuoti”
Un silenzio carico di significato, da ascoltare, il silenzio è molto di più che un intervallo tra i suoni, i rumori, le parole. Il silenzio è dolore: è la possibilità di sentire con tutti i sensi.
Senza il dolore non c’è gioia, è il rovescio della medaglia, vita e morte e poi però, la rinascita, data dall’ascolto di sè stessi, dalla presa di coscienza e dalla consapevolezza.
“La forza di un uomo risiede nella presa di coscienza delle proprie debolezze,
perchè in fondo la durezza, l’infallibilità, l’equilibrio
destano ammirazione,
ma sono le fragilità che incantano.
Noi giovani,
fragili come fiori di primavera
e complessi come l’universo,
non lo sappiamo ancora”
Ho conosciuto Vieri bambino giocoso e spensierato, lo ritrovo giovane uomo dall’anima bella e profonda.
Grazie le tue parole sono un balsamo per l’anima.
Di solito vi scrivo il nome della libreria da cui ho preso il libro, oggi vi dico che a consegnarmelo è stata Elettra, meravigliosa sorella di Vieri, che condivide con lui anima e occhi belli e che presto troverà la sua strada.
Vieri Boschi “Amarezza” Porto Seguro.
(I testi sono accompagnati dalle splendide foto di Lorenzo Paoli)
per acquistarlo, visto che non conoscete Elettra, vi lascio il link:
https://www.portoseguroeditore.com/prodotto/amarezza-lillusione-che-unallusione-diventi-realta/
Ed Mal
Agosto 16, 2024A cosa serve la poesia? Secondo il poeta polacco Zygmunt Krasiński [1812-1859] :
« La poesia è l’unica cosa che può motivare le persone ad agire. Non parlo qui di poesie, ma di ciò che c’è di poetico nella nostra anima, di ciò che può manifestarsi e vedere nello splendore di una conoscenza, o udire in una strofa! »…
La poesia che ha cambiato il destino del mondo? Un altro poeta romantico polacco, Juliusz Słowacki [1809-1849], divenne noto a livello mondiale nel 1978, quando il polacco Giovanni Paolo II divenne papa. Abbiamo poi ricordato che il poeta aveva scritto (nel 1848) un poema visionario molto sorprendente in cui si parla dell’arrivo di un “papa slavo” che sarà una sorta di profeta dei tempi moderni. Ecco l’inizio della poesia:
« Tra le discordie la grande campana – Iddio ha battuto,
Per il Papa Slavo è risonata, Il trono è dischiuso.
Dinanzi alle spade egli non fuggirà Come quell’Italiano,
Egli audace come Dio le affronterà; Per lui il mondo – è vano.
Il suo volto, raggiante come il sole, E’ fiaccola ai fedeli,
Dietro a lui accorreranno le folle Nella luce dei Cieli.
Alle sue preci i popoli e non solo – Al suo comandamento
– Anche il sole si fermerà con loro, Perché la forza – è portento.
Egli ormai è vicino – nuovo dispensatore Delle forze terrene,
Si ritrarrà il sangue alle sue parole – Nelle nostre vene;
E nei cuori sgorgherà la sorgente Della luce divina,
Creerà ciò che nasce nella sua mente, Perché la forza – è vita… »
(Vedere : https://musashop.wordpress.com/2013/02/20/poesia-polacca-15/ )
L’impatto di questa poesia fu significativo e duraturo, non solo sui cristiani, ma anche su tutti i livelli della società polacca e oltre. Per loro, era un altro argomento che Giovanni Paolo II è l’autentico messaggero del cielo e che i consigli e le istruzioni del Papa erano in linea con la volontà di Dio… Il suo prestigio era al culmine! Non era forse lui il papa predetto dai poeti-profeti della sua patria? E San Giovanni Paolo II, che era anche lui un poeta, usò la sua influenza per ispirare un nuovo spirito nella società polacca che viveva sotto una dittatura (come se avesse seguito il consiglio di Zygmunt Krasiński: “La poesia è l’unica cosa che può motivare le persone ad agire “…) Il risultato fu la rivoluzione pacifica autolimitata e una valanga di eventi politici straordinari: la creazione del primo sindacato libero “Solidarność” nel blocco orientale, il rovesciamento della dittatura comunista, in Polonia e poi in altri paesi del blocco orientale e infine la caduta del muro di Berlino. Quindi l’idea di Słowacki del “Papa slavo” ha svolto un ruolo eccezionale anche a livello politico.
Questa è stata la risposta polacca alla domanda “a cosa serve la poesia?” Qualcuno conosce un esempio migliore del potere della poesia nella vita reale?