La prima cosa che mi ha avvicinato a questo libro è stata la copertina, con le due lampadine una accesa ed una spenta, la spenta sorretta da un filo aggrovigliato, l’accesa con il filo lineare, una grafica che ben rispecchia il modo complicato con cui molti cervelli, il mio di sicuro, rendono difficile l’essere felici.
E’ così semplice essere felici? No,non lo è affatto: i pensieri ci spengono, si rincorrono nella nostra testa senza permetterci di trovare la giusta via.
Questo libro è la storia di Chris, un disabile mentale, la cui madre, troppo infelice e non in grado di accettarlo fino in fondo, lo abbandona al compimento dei suoi 18 anni ma non per questo rimane solo. E’ circondato dall’amore e dall’affetto dei vicini, degli amici di una vita, che non considerando i suoi limiti fanno si che non esistano. Con la semplicità disarmante di chi non ha malizia, Chris ci insegna che si può vivere anche se la società ci pone ai limiti, ci etichetta. Lui non la legge quell’etichetta e anche per le persone vicino a lui non esiste. Per questo il vuoto creato dall’abbandono della madre, sarà riempito da occasioni, opportunità, sentimenti e riscatto e che lo trasformeranno da persona che ha bisogno di aiuto a persona che insegna agli altri a vivere.
Sebbene il libro faccia parte dei libri selezionati da Libernauta un progetto di educazione della lettura rivolto ai giovani dai 14 ai 19 anni, di cui la Biblioteca di Scandicci è stata venti anni fa ideatrice ed è adesso capofila tra i comuni coinvolti, è adatto anche ad un pubblico adulto perchè sono 259 pagine che scaldano il cuore.
https://www.libernauta.it/categoria/edizione-2022/libri-in-concorso/
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