Sono le 6 di questa tranquilla Domenica mattina, tutti dormono e tutto tace, anche fuori finalmente c’è silenzio, dopo una notte di bagordi altrui, di urla, canti, musica e traffico becero e maleducato.
Sono in pigiama a sorseggiare un pessimo caffè, perchè è risaputo che non lo so fare, ma l’amaro in bocca e il suo profumo sono il giusto accompagnamento a questo risveglio lento e pensieroso. Tra poco suoneranno le campane della Chiesa di Ricorboli, che risvegliano in me il suono di quelle delle Chiese che circondavano la mia casa d’infanzia (la SS.Annunziata faceva addirittura i rintocchi ogni ora) e la memoria si perde in quelli che prima erano compiti gravosi e che ora sono bellissimi ricordi.
Non ho più i vestiti della Domenica, che aspettavo ad indossare per andare alla Messa, non ho più quell’urgenza di prepararmi con emozione ad un incontro di fede, perchè, crescendo, la disillusione ha prevalso sulla fede, lasciandomi un enorme vuoto o un pieno di dubbi e di incertezze.
Sorseggiando il mio caffè, aspetto che sia lui a scaldarmi di nuovo, mentre i miei gatti mi fissano aspettando la loro colazione, non capendo il velo di malinconia che offusca i miei occhi e che mi fa stare immobile davanti alla tastiera.
Questi momenti, pensierosi, solitari, mi permettono di ascoltarmi, come raramente riesco a fare quando sono risucchiata dalla quotidianità dagli impegni, dall’ineluttabilità della vita e tutto riprende a scorrere.
Buona Domenica a tutti.
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