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Jella Lepman

Con la scusa di trovare bei libri da consigliare nel Blog, sempre più spesso mi rifugio in Biblioteche o Librerie, per spulciare, curiosare e farmi trovare dal libro giusto. E’ questa la genesi del mio incontro con “La Signora dei Libri” di Kathy Stinson e Marie Lafranee edizioni Lapis.

Non conoscevo la storia di Jella Lepman, ebrea tedesca, figlia di una facoltosa famiglia, scrittrice per bambini e giornalista,  che durante gli anni del nazismo fu costretta a rifugiarsi in Inghilterra  con i suoi figli, per sfuggire alle persecuzioni.

Finita la guerra nel 1945, scelse di ritornare in patria ed assistere i bambini tedeschi scampati alla furia del conflitto: la sua opera, non si limitò a cercare cibo per far sopravvivere  materialmente i piccoli, promosse iniziative volte a curare e nutrire la loro anima, cercando nei libri, quelli che lei definiva “ponti della cultura”.

Per questo motivo Jella contattò i 20 paesi che erano stati in guerra con la Germania, chiedendo che le inviassero libri per bambini i classici della letteratura di quei paesi.

Soltanto il Belgio, in un primo momento, rifiutò l’invito, cambiando in seguito idea davanti alle parole della donna, convinta che quei libri avrebbero permesso ai più piccoli di stabilire un contatto, un ponte di pace, un legame, con i coetanei di tutto il mondo;   era fondamentale puntare l’attenzione sui bambini tedeschi vittime della situazione quanto i coetanei di altre nazionalità e nel contempo unica speranza di prevenire un’altra guerra.

Di questo albo, mi ha colpito il confronto tra  due file illustrate nelle prime pagine: una per prendere la zuppa, una per entrare in Biblioteca a vedere la mostra sui libri come ad evidenziare che non si vive di solo pane, ma che è sempre importante nutrire la testa e il cuore: infatti sebbene i libri non sfamino, nel senso materiale del termine,  nutrono la speranza e la conoscenza, offrono spunti di riflessione e aiutano a crescere.

I bambini della storia, infatti, sono colpiti dalle avventure del toro Ferdinand, che per la sua bontà d’animo, preferisce i fiori, la pace, alla lotta nell’arena.

Il messaggio di fondo è che nei libri, si possono trovare tante domande e tante risposte, ed è quello che trovano i nostri due piccoli protagonisti, un nuovo modo di ricostruire la loro vita dopo un terribile evento come la guerra, che gli ha portato via quasi tutto, padre compreso, ma non la speranza di sognare.

La mostra ideata e realizzata da Jella Lepman, con i suoi 4000 libri, viaggiò per tutta la Germania, furono stampate 30.000 copie di “The Story of Ferdinand” dell’americano Munro Leaf e dell’illustratore Robert Lawson, libro messo al bando da Hitler, in cui il protagonista SCEGLIE, nonostaste le pressioni, la sua posizione, il contesto, DI NON COMBATTERE.

Alcuni anni dopo, grazie a Eleanor Roosvelt, ex first lady degli Stati Uniti, riuscì a dare vita al “Castello dei Libri” che conserva tutt’oggi la più grande collezione di libri per l’infanzia del mondo con i suoi 600.000 libri in oltre 130 lingue.

Io credo che anche in questo difficile momento, in cui stiamo tentando di uscire da un periodo per certi versi simile ad una guerra, sia importante volgere il nostro sguardo e la nostra attenzione ai più piccoli e ai giovani, donandogli strumenti, come i libri, che sono sempre la migliore arma e il miglior antidono per combattere e curare le avversità della vita.

Grazie Jella, spero di seguire e che molti seguano, le tue orme.

 

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