di G.P.Charmet
Raffaello Cortina editore
Difficile riuscire a riassumere o soltanto a spiegare in altre parole il contenuto di questo libro che è un viaggio nel sentire distorto della maggior parte degli adolescenti che si scontrano con il cambiamento del loro corpo e della loro anima. I modelli offerti dalla società spesso non corrispondono al modello di noi stessi (questo anche in età adulta), difficile accettare le proprie forme o anche le proprie non forme ( ve lo dice una che a 15 anni veniva chiamata pull ricordando il rumore che fa il piatto che viene lanciato nel tiro al piattello, e che adesso è notevolmente soprappeso) difficile vedersi, anzi guardarsi.
L’immagine che hanno gli adolescenti di sé stessi, nella maggior parte dei casi, non corrisponde alla realtà, ma non è significativo. Non serve neanche quello che genitori e educatori possono dire o fare per modificare questa considerazione: è molto peggio sentirsi inadeguati che esserlo senza averne cognizione.
Questo libro offre un’attenta analisi e molti spunti di riflessione su un tema delicato che, a volte, può trasformarsi in un problema.
La domanda alla base del libro è “Perchè hanno inventato la bruttezza, la corteggiano, si sottomettono alle sue regole, accettando le gravissime conseguenze che derivano dalla loro fantasia?
Ognuno si dia le proprie risposte, io personalmente ne ho trovate alcune che ritengo valide anche per la mia età…
Giulia Sarri
Luglio 3, 2024fa riflettere ,
io infatti non accetto il mio corpo e mi ripeto che devo dimagrire e infatti dico sempre “sono a dieta” ma non é una dieta vera che viene data dal dietologo ,ma fatta da me, cioé per esempio a scuola alle due ricreazioni non mangiavo mai per un mio difetto e portava a giramenti di testa ma io ovviamente lo facevo sempre perche mi ero messa in testa sta cosa, e ancora lo faccio, mai smesso.
però non va bene lo so, perche tutti si devono accettare, io proprio non riesco.
per quello mi faccio schifo anche come persona perché non so accettare me stessa cosa che dovrei fare ma continuo a negare.
é da lì che ora sono insicura di me.