La mia rubrica è molto ricca di numeri che non riesco a cancellare: sono quelli delle persone che non possono più rispondere fisicamente. A volte provo a chiamare e sono felice di sentire che “non è raggiungibile o al momento non disponibile” oppure nei casi più fortunati, risponde la segreteria telefonica col messaggio registrato dalla persona che cercavo.
Adesso non sono raggiungibili, ma un giorno torneranno ad esserlo, sono in un posto così remoto che i ripetirori non riescono a far prendere la linea, posso riprovare a cercarli in quell altrove.
Mi capita anche di mandare messaggi, più o meno lunghi, nella speranza che si perdano nell’etere e volino nella diversa dimensione in cui si trova attualmente il destinatario.
Forse quello che vi sto dicendo, può apparirvi completamente folle , ma vi garantisco che è altamente consolatorio.
Ci sono cose che si possono dire o condividere soltanto con determinate persone, che hanno seguito il nostro percorso, che ci sono state accanto nel momento della scelta che poi ci ha portati a quel determinato risultato, che ci hanno consigliato, consolato, appoggiato, accettato senza condividere la nostra idea.
Oppure ci sono quei bisogni improvvisi di sistemare qualcosa, di aggiungere, di cercare di rimediare a parole sciocche o cattive che abbiamo detto, oppure di far fronte al rammarico di non averle dette.
Le mie telefonate di oggi sarebbero per la mia nonna, per dirle che finalmente domani sarò (per un anno, ma questo non importa specificarlo) una prof.ssa, e per sentirmi dare consigli su cosa fare e cosa non fare, per sentirmi raccontare per la centesima volta del suo Maurino (il fratello) che per poter prendere la laurea, visto che erano orfani, era stato in seminario, mentre la seconda l’aveva presa mentre faceva il pendolare in treno, perchè lui era così intelligente, così speciale, il miglior fratello del mondo, e forse qualche gene lo avevo ereditato e… Quante volte l’ho interrotta mentre me lo raccontava…adesso non lo farei mi godrei la ripetitiva storia, di vincita e rivincita, dimostrazione che con la volontà nonostante le difficoltà di partenza si possono raggiungere in nostri obiettivi qualunque siano; per Diego, per ricordare ridendo tutte le mie figure pessime ed imbarazzanti durante il corso universitario che abbiamo condiviso, vorrei sentire mio cugino Fabio per farmi chiamare “Ceppicona” e subire i suoi sfottò su come mi comporterò con i miei alunni, per mettere in evidenza la mia simpatica imbranataggine, vorrei sentirmi dire da zia Nada “Oh bischetta (bischera troppo offensivo), davvero sei una prof.ssa?”…
Oggi finirei i miei minuti gratis, e col pensiero lo faccio, e mi accorgo che sto sorridendo; ho la certezza che le persone di cui ho il numero, stiano adesso sollevando la cornetta o premendo il tasto rispondi. Posso solo immaginare le risposte ma mi sembra quasi di sentirle forti e chiare.
Giusy Daria
Settembre 12, 2021Un articolo che fa spolverare in ognuno di noi vecchi ricordi e tante emozioni .
Solo tu Monia puoi far riivere questi bei momenti .
Tvb
Monia Tucci
Settembre 12, 2021Le tue parole sono preziose. Grazie
Sabrina Paladini
Settembre 15, 2021È toccante e mi fa pensare che le persone che non ci sono più mancano tanto… Anche quest’estate c’è stato un enorme vuoto in campeggio e capisco quello che dici .. per non parlare dei parenti che non ci sono più… Grazie perché con le tue parole fai pensare 😊😊😊😘😘
Monia Tucci
Settembre 15, 2021Sono felice delle tue di parole!