Ormai è un appuntamento fisso, ogni anno riprovo a sostenere (e magari prima o poi superare) la prova preselettiva per il corso di specializzazione per il sostegno, studio un programma che non c’è, mi confronto con colleghi ipotizzando “cosa potrebbe uscire” e solo a fare questi discorsi rivivo i pensieri e le sensazioni provate all’epoca della maturità e durante il corso universitario epoi mi presento all’appuntamento, dopo essere impazzita con le macchinose richieste dell’Università pubblicate all’ultimo minuto.
Stamattina ho indossato il mio miglior sorriso, preso documenti Green pass, bollettino del pagamento, acque e viveri e sostenuto la prova con uno strano senso di tranquillità (saranno i fiori di Bach o la maturità senile?) e pensato che non è da tutti mantenersi giovani di testa e di emozioni!
Io posso davvero capire i miei ragazzi,la loro paura, il senso di inadeguatezza, di frustrazione davanti a prove che non si attengono a quello scritto sul libro o spiegato in classe e anche il gran sonno dell’attesa snervante; non capisco il senso di essere tutti registrati entro le 11 e iniziare la prova alle 12…
E devo dire che quando si ribellano e protestano, sono con loro, perchè ecco, loro hanno ancora la fiamma che vuole bruciare l’ingiustizia e la rassegnazione, una fiamma che in noi adulti, purtroppo, è molto meno calda e luminosa.
In attesa di sapere se dovrò sostenere o meno la seconda prova, voglio godermi questo senso di sospensione, voglio viverlo come un’opportunità di crescita qualsiasi sia l’esito, perchè in fondo, qualsiasi cosa accada, come diceva mio nonno Avo: “E’ tutto mestiere che entra”.
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