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TRE LIBRI A CONFRONTO

In questi giorni ho letto nell’ordine: “Il Colibrì” di , Sandro Veronesi, “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin e “L’acustica perfetta” di Daria Bignardi.

Vi chiederete perché ho pensato di recensirli insieme, la risposta è che tutti e tre si basano su una serie di equivoci, di cose non dette, di omissioni di amori non amori, si reggono sul non dialogo tra i protagonisti, un silenzio che diventerà il rumore più forte delle storie.

Leggo tanta solitudine, malinconia, come se a dover incollare il lettore al libro fosse solo il dolore, si cerca qualcosa che possa accomunare i protagonisti ai lettori, chi di noi non ha avuto un amore non corrisposto, ha perso qualcuno che amava , ha capito qualcosa quando era troppo tardi? Tutti. Quindi facile, per certi versi e in certi punti immedesimarsi con i protagonisti per poi pensare, almeno nel mio caso, che mi sarei comportata in maniera del tutto diversa e …il romanzo non avrebbe preso vita.

Nel Colibrì ho sentito tante forzature, soprattutto la figura dell’amico jettatore, un patetico richiamo a Pirandello, per non parlare del finale che ho trovato davvero inverosimile.

Cambiare l’acqu ai fiori, pur essendo una storia tragica, in cui la protagonista non può far altro che suscitare simpatia, affetto e senso di solidarietà, mi ricorda i romanzi Harmony, in cui c’è sempre un protagonista bello e maledetto che spesso si redime oppure un uomo romantico, il classico principe azzurro che compare a salvare la sua eroina rimettendo insieme in maniera perfetta tutti i pezzi del puzzle e donando un lieto fine anche quando sembravano non esserci i presupposti.

Infine, L’acustica perfetta, dove, di nuovo compare un amore iniziato, interrotto e poi ripreso, (un po’ come nel Colibrì) in cui i veri protagonisti sono l’Amore, l’egoismo e quello che si vuole vedere/sentire che non sempre corrisponde con ciò che è realmente.

A mio avviso in questo libro ci sono troppi stereotipi anche nella costruzione dei personaggi e il finale mi sembra frettoloso e superficiale, tanto da far apperire il protagonista solo come un uomo egoista e tutto sommato contento della sua condizione.

Voi li avete letti? Che ne pensate?

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1 Response
  • Federico
    Agosto 1, 2020

    Cambiare l’acqua ai fiori è un gesto di attenzione se si hanno fuori recisi in casa da accudire. Il romanzo l’ho semplicemente detestato. In altri gruppi hanno sentenziato che sono maschio (ma va’?🙄) e che non lo posso capire, in quanto libro da femmine.
    Cioè, nemmeno all’asilo.

    Col Colibrì ho avuto un rapporto altalenante, un po’ scettico durante la lettura, mi ha travolto il finale. La galleria di personaggi, alcuni inverosimili fino al grottesco, l’ho invece apprezzata, compreso lo iettatore!

    Il terzo non l’ho letto
    In definitiva sono parzialmente d’accordo con quello che hai scritto 🤘🏼

    La formula che hai trovato per le recensioni è interessante, hai beccato almeno due libri (quelli che ho letto) che condividono un impianto narrativo simile. La francese è più propensa ad un disvelamento per gradi mentre colibrì si dispiega nell’arco narrativo di una vita.
    Tu evidenzi molto le note malinconiche, l’equivoco, la solitudine, mentre a me hanno colpito le pagine di luce e speranza, per un qualche futuro o per un recupero dal dolore…

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